Originario della Cina e importato in Europa nel quattordicesimo secolo, l’arancia è uno dei tipici frutti invernali dalle innumerevoli proprietà. Oltre ad essere dei grandi consumatori, gli italiani sono anche dei grandi produttori di arance, secondi in Europa, alle spalle della Spagna (Fonte: FAS Offices).

 

Composizione
Prima di discutere delle tanto decantate proprietà e dei suoi svariati utilizzi in cucina iniziamo a vedere più da vicino com’è fatta un’arancia.

Dalla figura possiamo individuare due parti principali, quali:

  1. la buccia, costituita da:
  • flavedo (o comunemente zeste), che è la parte più esterna del frutto ricca di oli essenziali;
  • albedo (parte interna), ricco di flavonoidi che, aggiunti al succo, lo rendono particolarmente amaro. Contiene anche sostante petchiche.

    Anatomia dell’arancia
  1. l’interno (o endocarpo), prevede la polpa, suddivisa in spicchi e vescicole contenenti succo e semi. È qui che troviamo la maggior parte delle sostanze nutritive del frutto quali carboidrati, acido citrico, vitamina C e altri aromi volatili.

Ci sono, infine, i semi costituiti da materiale cellulosico contenenti proteine grezze e oli.

Come viene usata in cucina
Per quanto riguarda gli usi in cucina, innanzitutto le arance vengono consumate come frutta fresca. Molti sostengono che questo sia l’utilizzo migliore dato che la vitamina C è volatile, in altre parole si degrada facilmente.

Vengono inoltre usate in preparazioni dolci e salate, per marmellate e gelatine e se ne può usare il succo o la buccia. E’ possibile mettere in infusione la buccia (o meglio ancora il solo flavedo) per ricavare, ad esempio, bagne per torte. Il succo è molto utile in cucina per sgrassare ed aromatizzare volatili, carne di maiale e pesci bianchi.

Per quanto riguarda la stagionalità, troviamo le arance nel periodo che va da Novembre a Giugno.

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Alla prossima 😉

Bibliografia

[1] http://www.alimentipedia.it/arancia.html

[2] Leonardo Di Carlo – Tradizione in evoluzione – Chiriotti Editore

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